La partenza avviene da Robassomero,
con ritrovo, guarda un po', proprio di fronte ad un 'MTB
seller' (che non e` una Mountain Bike sedano!), della
zona (che fantasia!) con gradevole temperatura
primaverile (intorno ai 9°C sotto zero!). Ma noi bikers
impavidi, facciamo ben presto salir la temperatura: sin
da subito infatti il raduno si trasforma in un ritrovo di
'piolari' (frequentatori di piole). Dopo le dovute
presentazioni fra chi non si conosce, seguono gli
abbracci, baci e convenevoli fra i 'vecchi' amici bikers.
Peccato che manchino le carte e il buon vino: bikeresse
neanche a parlarne! Ci si racconta cosa si e` fatto negli
ultimi 7-800 giri MTB in cui non ci si e` visti: di quei
12.000 metri di dislivello effettuati in una sola
giornata con rientro a casa e cazziatona finale della
moglie o fidanzata per aver ritardato di 'mezza
giornatina' un appuntamento importante con i
simpaticissimi e calorosissimi parenti che non vediamo da
6 anni (noi in coma cerebrale superstravolti non
riuscivamo neanche a sentirla, e poi tanto, per fortuna
nostra, stra-stufi, se ne erano gia` andati!); o di
quella serie di centinaia di migliaia di lire (per non
dire milioni) investiti in 'super-upgrades', magari per
utilizzare la nostra fighissima MTB per 'tostissimi' giri
domenicali in Mandria con il resto della famiglia in
Graziella e convincersi poi che e` necessario upgradare
ulteriormente! Tali 'upgrades', comprendono certamente
materiali 'titanici' e soluzioni che nemmeno alla NASA
(!) sono ancora stati sperimentati: quella gomma che
tiene anche sull'olio di ricino, o quell'azzeccatissimo
acquisto tipo i famosi ammortizzatori posteriori da
applicare ad una MTB 'full-rigid', finendo di
trasformarla in un bisonte da 25 chili, causa tutto il
trabattello facente parte del kit e spezzando quasi
sicuramente il telaio a causa del rapporto peso/sforzo: pero`
sai che poi mi guardavano tutti!
Veniamo a noi. Ci contiamo: siamo in 13! Sara` un numero
fortunato? Leggete e saprete!
Tra il gruppo individuiamo due loschi figuri travestiti
da "bikers-natali", perlomeno nei caschi, ma
senza luminarie: avevano probabilmente il timore dello
sviluppo di corto circuiti durante i guadi! Sin da subito
ci rendiamo conto dallo scricchiolio delle nostre gomme
grasse sull'asfalto, per via della brina del mattino che
e` ancora ghiacciata. Ma questo non e` niente in
confronto a cio` che ci aspetta piu` avanti. Per
'scaldarci' (e` ovvio), causa le nostre menti deviate
dall'avventura-a-tutti-i-costi, si decide di fare subito
un bel guado con foto ricordo sulla Ceronda. La 'gita'
prosegue con tranquilla velocita` media e chiaccherio
generale lungo i tratturi che fiancheggiano il torrente.
Procediamo su questi sterrati disseminati di numerosi
tratti ghiacciati di vario spessore che al nostro
passaggio echeggiano con sinistri rumori nel bosco. Ad un
certo punto di fronte a noi lo sterrato si trasforma
praticamente in un fiumiciattolo completamente
ghiacciato! I primi impavidi bikers aprono la pista in
sella e sui pedali facendo da guide e istruttori su come
affrontare il difficile passaggio. Potrebbero essere le
loro ultime imprese: anche il solo pensiero di voler
utilizzare i freni risulterebbe fatale. Di pedalare non
e` proprio il caso. Bisogna procedere alla folle costante
velocita` di 8-10 Km/h pensando di veleggiare fra le
nubi. Ma c'e' chi fa appello al proprio coraggio e questo
problema non se lo pone neppure. Eroicamente, all'urlo
"sei un finocchio!", si lancia nella disperata
impresa a passo di carica, alla testa di tutti i bikers.
Purtroppo l'eroismo non puo' niente contro le
soverchianti forze nemiche e dopo pochi metri il prode
viene rovinosamente sopraffatto dai nemici (ghiaccio e
pietre) distruggendosi elmo e corazza. La fortuna pero'
aiuta gli audaci e miracolosamente illeso, come un
Napoleone dopo l'Isola d'Elba, egli torna ben presto in
testa alla truppa, insidiato solo da "gamba
d'acciaio", stradista che dopo avere spadroneggiato
su asfalto, e' ora ansioso di fare carriera anche sui
terreni di battaglia piu` dissestati! L' arrivo a Vallo
e` quindi caratterizzato da una sosta per ulteriori
chiacchierate riguardo a epici trascorsi ciclati e
personali ardite notturne operazioni tecniche artigianali
sulle nostre 'amate', nei bui scantinati dei vari
condomini. Giungiamo quindi a Monasterolo, dove il clima
incomincia a farsi un poco piu` clemente con quel bel
sole invernale che se non oscurato da nubi ti fa gia`
sperare che di li` a poco stia per cominciare una nuova
battagliera ma escursionistica primavera bikeristica! Il
proseguio ci riserva un lungo tratto di dolci saliscendi
ghiacciatissimi e, qua` e la`, ancora innevischiati, che
con tale situazione diventano piuttosto tecnici. Al
termine di una bella e divertente discesa, ecco che
"se il gioco si fa duro anche piu` del ghiaccio,
anche noi diventiamo piu` duri di lui." Quando
vediamo che il bivio a T al quale dovremmo svoltare a
sinistra e` una 'piazza' di ghiaccio, nevischio e terra
durissima (giusto qualche macchiolina), ci esibiamo in
figure da contorsionista mai viste e imprecazioni
irregistrabili per superarlo! Avete presente come si
potrebbe viaggiare su una pista di bob in mountain? E il
Peve?! Implacabilmente tranquillo e serafico scende dalla
bici, e a mo` di Tarzan-biker passa tra la neve e gli
alberi a fianco di noi impavidi avventurieri che lo
aspettiamo e ci guardiamo senza parole. Il pensiero di
tutti deve essere: 'ma ci piace proprio il rischio eh!?'.
Al Ponte del Diavolo e` presente la neve, e uno dei
nostri impavidi ("TRIALOR"), si cimenta
incessantemente in ripetuti passaggi al limite della
crampabilita` (situazione di formazione di acido lattico
al pensiero di affrontare dei passaggi molto tosti) su e
giu`dal Ponte. Sembrava che avesse aspettato e sognato
quel momento da anni: complimenti per i polpacci! Al giro
di boa, forse per eccesso di acido lattico,
"TRIALOR" decide di aver veramente speso tutte
le riserve, e ci saluta caldamente con il proposito di
sciropparsi un eccitante ritorno sulla Direttissima di
Lanzo che ci fa rabbrividire piu` del gelo della
giornata. Al rientro, su proposta di "APO" e
dopo avere perso lungo il percorso un altro adepto
("THERMIC"), effettuiamo una variante molto
apprezzata. Per dovere di cronaca e rispetto la
chiameremo "variante Gallo", in onore
dell'autore di diversi libri di itinerari MTB che
oltretutto doveva essere dei nostri in questo giro. Essa
ci impegnera` in eccitanti passaggi tecnici con fondo
roccioso e ghiacciato, e successivamente in single-track
nei boschi del Truc di Miola, che ci porteranno alla
Cappella di S. Biagio. Qui "GAMBA D'ACCIAIO"
incomincia effettivamente a tastare con mani e polsi la
durezza del tecnico e stretto terreno dissestato appena
effettuato, a lamentarsi della mancanza di una forcella
ammortizzata, di un gruppo piu`performante, di gomme che
assicurino piu` aderenza. Insomma ... a scoprire i limiti
del suo cancello (l'aggettivo e` suggerito da Lui
stesso!), che comunque a Sua detta verra` presto a far
parte della recinzione di una villetta di un collega,
anche, e soprattutto, a causa di un recente cedimento
strutturale del telaio dovuto a fatica per eccessiva
applicazione di potenza! Giunti quindi al tratturo che
costeggia la Ceronda, in questo periodo con poca acqua,
ci cimentiamo in molteplici passaggi guadando il fiume
stesso con qualche divertente tratto ghiacciato. Dopo
avere infine raggiunto lo sterratone che costeggia il
retro della Mandria, ci accorgiamo di avere allungato di
non poco il percorso previsto e rientriamo al luogo del
ritrovo stanchi ma soddisfatti. Non rimane che scambiarci
i calorosi auguri di Buone Feste, con la promessa di
effettuare la prossima primavera un'altra prima: "Il
1° Tour di Carnevale". Vi aspettiamo numerosi!
|
|