Mountain bike Val d'Aosta - Le vs. esperienze

 

Giro del Monte Rosa

 

di Bottalo G.

 

 

Siamo partiti da Cervinia, e così abbiamo toccato tutte le principali località di montagna di questo massiccio, anche se in base alla propria zona di provenienza non cambia nulla partire da una valle piuttosto che da un'altra.
Questo è un giro molto più adatto ad essere effettuato con la bicicletta di quanto si può pensare, e tutto sommato non è troppo difficile e impegnativo, ma per le quote raggiunte e gli ambienti attraversati è indispensabile oltre ad un buon allenamento, un equipaggiamento idoneo e completo in quanto i cambiamenti di tempo possono essere repentini, e anche una perturbazione marginale può avere effetti molto intensi (una settimana dopo il nostro passaggio, sul Passo Moro sono caduti 30 cm di neve fresca). Dal punto di vista alimentare non ci sono problemi: solo per la Tappa del Turlo bisogna avere qualcosa di più al seguito, mentre per le altre tappe, oltre a tutto quanto si può trovare nelle cittadine visitate, ci sono sempre rifugi e ristorantini di montagna.
Per sicurezza nella 2a tappa che prevede la discesa del ghiacciaio c’era stata consigliata la corda: per questo motivo a seguito avevamo una corda di 30 m e ogni componente aveva con se un moschettone e un rinvio, attrezzatura che però viste le buone condizioni del ghiacciaio e di come l'abbiamo attraversato non è stata utilizzata!
Il giro così come viene descritto è un giro “base” che si fa in 5 giorni e in base alle condizioni meteo, di forma e allenamento ogni tappa può essere allungata o accorciata alle proprie esigenze. Per renderlo ancora più spettacolare, l'ideale sarebbe avere a disposizione almeno un paio di giorni in più e sdoppiare sul versante svizzero la lunga tappa Colle Teodulo-Passo Moro, inserendo la variante alta del “Balfrinalp”, che pur essendo considerato un itinerario classificato “estremo” per l'escursionista, (ha tratti molto esposti, a volte scavati nella roccia, ponti sospesi, ma anche lunghi sentieri di solito pianeggianti che costeggiano i caratteristici canali irrigui d'alta quota degli svizzeri), potrebbe riservare piacevoli sorprese ed emozioni ai bikers, oltre ad eccezionali panorami.
Inoltre in questo giro intorno al Monte Rosa bisognerebbe riuscire ad evitare del tutto l'utilizzo d’impianti di risalita sia in discesa sia in salita, cosa non impossibile e fatto in questo modo sono sicuro che alla fine darà ancora maggior soddisfazione.
Per concludere non solo un “grande” giro, con viste emozionanti (indimenticabile e consigliabile a tutti almeno una volta nella vita, quella del Cervino dal Versante svizzero), ma è anche un viaggio nella cultura dei “walser”, popolo leggendario, primi colonizzatori delle alte valli del M. Rosa, definiti popolo “estremo” perchè seppero adattarsi alla difficilissima vita su queste montagne, spostarono milioni di pietre, tagliarono centinaia d’alberi, con il legno si proteggevano dal freddo, impararono a costruire arnesi e attrezzi e le loro caratteristiche abitazioni, diventando oltre ad allevatori, abilissimi artigiani. I sentieri del Colle del Teodulo, Turlo e Moro erano le loro normali vie di comunicazione per spostare il bestiame, fare lo scambio di merci e per mantenere unità culturale e linguistica tra le piccole comunità sparse intorno al Massiccio. Durante questo giro non mancheranno le occasioni per ammirare esempi di questa stupenda architettura “walser", che testimonia indiscutibilmente il profondo e intimo rapporto che questo popolo ha vissuto con la montagna!
Purtroppo a tutto questo si contrappone e stride l’alterazione che molti ambienti in questi ultimi decenni hanno e continuano a subire con la costruzione di grandi comprensori sciistici, con impianti di risalita che si spingono sempre più in alto per favorire la pratica dello sci nella stagione invernale e del turismo nella stagione estiva; alcuni degli antichi sentieri sono anche spariti e solo per Tappa del Turlo poco è cambiato rispetto al passato, forse è solo un po’ più impregnata di storia, e se sarà la tappa più faticosa e meno ciclabile del giro non farà rimpiangere quelle più comode servite da impianti, perché lascerà emozioni e ricordi molto più profondi!
Provato dal 29 Luglio al 2 Agosto 2007 con Asti A. e Lingua A.


TAPPA 1
: CERVINIA - RIFUGIO TEODULO

Dal piazzale alto di Cervinia, dove partono gli impianti di risalita per Plan Maison, si prende la stradina che parte sulla dx degli impianti e che dopo alcuni tratti in ripida risalita va a costeggiare alta la sponda settentrionale del lago del Goillet (foto 1a - foto 1b); poi dopo aver passato nelle vicinanze dell'intermedia della funivia di Cime Bianche e del lago omonimo (foto 2) procede in mezzo a una pietraia morenica, a collinette con ciclabilità discontinua, e punta verso quella che era l'isolata Cappella Bontandini, ora invece stretta nella morsa di recenti impianti. Per gli ultimi 300 metri di dislivello per raggiungere il Colle e il Rifugio del Teodulo bisogna spingere o portare la bici a spalla, per tracce di sentiero o risalendo più direttamente per nevai. Al rifugio si è patita solo un po' la carenza d'acqua nei servizi, non c'era troppo affollamento, abbiamo mangiato bene ed il panorama che si gode da lassù è veramente grandioso! (foto 3 - foto 3a).


TAPPA 2
: RIF. TEODULO - ZERMATT – STADEL - SAAS FEE - MATTMARK - P.SO MORO - RIFUGIO OBERTO

E’ il tappone del tour e inizia con la discesa del ghiacciaio sulla pista di sci estivo del Teodulo.
Anche se il ghiacciaio è in buone condizioni e la discesa si effettua su una pista da sci, i gestori non possono fare a meno di consigliare di legarsi in cordata. La pista era stata battuta la sera precedente e anche se nella notte una veloce e marginale perturbazione aveva portato un po' di neve, le condizioni e la temperatura sembravano ideali.
E' stata mia grande sorpresa vedere i miei compagni partire sicuri in sella già dal colle ancora nella parte più ripida (
foto 4), tra lo stupore degli altri alpinisti alle prese con corde, imbragature, ghette, picca e ramponi. Sembrava facile, e, in effetti, l'importante è non lasciarsi prendere troppo dalla velocità (foto 5). Solo nella parte bassa, in prossimità della stazione dello Stockness, la neve era più allentata e in certi tratti le ruote affondavano un pochino (foto 6). Dallo Stockner, inizia un sentiero/mulattiera ben ciclabile nella parte alta, un po' meno in quella centrale e di nuovo totalmente avvicinandoci alla verde conca di Zermatt. In tutta la discesa il panorama è dominato da una parte dal sempre più elegante profilo del Cervino (foto 7), mentre dall'altra si gode un'ottima vista sulle vette del versante settentrionale del Massiccio del Rosa. Nei punti panoramici privilegiati di solito c'è una comoda panchina rossa, per godere meglio di queste visioni (foto 8).
Arrivati in prossimità della conca di Zermatt come sentieri non c'è che l'imbarazzo della scelta, evitando però di fare quelli al cui inizio c'è il divieto specifico per le biciclette (
foto 9).
Zermatt a me è sembrata unica: l'atmosfera che si respira qui non è paragonabile a nessuna altra cittadina delle Alpi che ho visitato! A Zermatt si può arrivare solo con il trenino o con mezzi pubblici ecologici. Nella città però il traffico è comunque caotico per gli innumerevoli mezzi elettrici che circolano sia per il trasporto delle persone che delle merci. Ma ciò che più mi ha colpito è quanta gente passeggia, cammina per Zermatt e nei suoi d'dintorni! Più che uno “stile” di vita, sembra una necessità spirituale interiore che riguarda tutti. Bisognerebbe fermarsi qui per qualche giorno per capire meglio e spiegare le mie sensazioni ma invece la nostra sosta a Zermatt dura poche decine di minuti...
Anche parte della valle di Zermatt è chiusa al traffico veicolare regolare e così scendendo verso valle si attraversano in tranquillità i tipici villaggi di Tash Randa, S. Nicolaus dove spiccano subito all'occhio particolari e curiose soluzioni architettoniche, oltre ai cimiteri che in questi villaggi si trovano sempre quasi in posizione centrale e con le tombe tutte uguali con dei bei crocifissi scolpiti in legno; danno molto di più un senso di serenità e di minor distacco da chi ci ha lasciato rispetto ai nostri cimiteri.
La valle è molto distesa sul lungo e anche con un paio di brevi risalite, di cui l'ultima in prossimità del bivio per Grachen da dove parte la variante del “Balfrinalp” che purtroppo per mancanza di giorni a disposizione non possiamo prendere in considerazione.
Prima di Stadal (m 900 circa), alla rotonda all'ingresso del paese, prima di attraversare il ponte si prende a dx per la Valle di Saas Fee.
Questa è un'altra lunga valle rinomata per alcuni importanti centri di villeggiatura: la prima parte è un po' monotona, non si guadagna molto di quota; solo dopo qualche km da Saas Almagell la strada comincia a salire più decisa con alcuni tornanti per raggiungere e terminare allo sbarramento del Lago Mattek (foto 10 - foto 10a). L’ambiente diventa nuovamente grandioso e pur non avendo riferimenti visivi diretti, ci si sente dominati dalla natura e si percepisce, ad attraversare queste zone, un senso di pericolo.
Il periplo del lago è una passeggiata frequentata che non richiede più di un'ora, ma l'itinerario più agevole con la bicicletta è continuare costeggiando la sponda dx per una stradina a lievi sali e scendi e un paio di brevi gallerie scavate nella roccia.
Alla testata del lago si raggiunge il bivio palinato con indicazioni per il passo Moro h 2.30.
Nella prima parte il sentiero risalendo un aperto valloncello è comodo, poi a metà percorso dopo aver attraversato un ripiano erboso inizia a risalire per un versante roccioso e detritico, diventando molto più malagevole e il trasporto a spalla della bicicletta è quasi d'obbligo.
Raggiunto il colle, si sale ancora poche decine di metri per raggiungere la grande statua dorata della Madonna delle Nevi che ci aspetta a braccia aperte; una decina di minuti più sotto scendendo inizialmente delle rugose placconate che qualche bikers ha già sceso in sella alla bicicletta, si raggiunge il Rifugio Oberto.
Il rifugio sorge in una zona non particolarmente bella come posto, molto occupata da sfasciumi e con a poca distanza la stazione di arrivo della funivia da una parte, e di uno skilift dall'altra! Anche qui alla sera non c'è particolare affollamento: la vera attrattiva di questo posto, è che è uno dei miglior belvedere per vedere l'alba sulla parete Est del Monte Rosa, considerata la più alta delle Alpi (foto 11
).


TAPPA 3
: RIF. OBERTO - MACUGNAGA - COLLE DEL TURLO - ALAGNA

Oggi ci aspetta la tappa meno ciclabile e più faticosa del Giro: Il Colle del Turlo!
La discesa in sella alla bicicletta dal Rifugio Oberto a Macugnaga non sembra possibile, o meglio consigliabile anche se a sentir dire dagli addetti agli impianti qualcuno la fa tutta in sella alla bicicletta, ma qui secondo me non si tratta più di essere solo buon biker-ciclo-alpinista, ma qualcosa di più. Penso che sia come consigliare di salire il Bianco per il Pilone centrale: si può fare ma non è di sicuro alla portata di tutti!
Noi abbiamo preso il biglietto solo per la discesa del primo troncone in quanto a sentir dire dal simpatico gestore dell'Oberto la discesa dall'Alpe Bill (m 1700) a Macugnaga (1327) fosse bella, facile e interessante.
In effetti la foresta che si attraversa è molto bella come ambiente, ma la discesa per la mulattiera lastricata e rocciosa è già troppo tecnica per i nostri gusti e non ci ha permesso di scendere in sella sinceramente più del 15% dello sviluppo e del dislivello totale. A Macugnaga dopo una sosta in un bar pasticceria si scende per un paio di km sulla statale fino al ponte per la frazione Borca, oppure come abbiamo fatto noi già attraversando prima sul lato opposto della valle. A Borca avendo un piccolo dubbio sull'itinerario da seguire abbiamo fatto l'errore di chiedere informazioni alla gente del posto per raggiungere il Lago delle Fate in Val Quarazza. Ci hanno visto con le bici e fatto salire non per la strada normale che seguono le automobili ma per una larga mulattiera selciata, che sicuramente per il fondo e le pendenze ha richiesto qualche sforzo in più! Raggiunto il lago delle Fate la stradina continua poi in piano fino alle miniere d'oro abbandonate (m 1365). La ciclabilità in salita per oggi è terminata, e per sentiero si inizia la risalita della lunga Valle. Più avanti si attraversa su un ponte di legno il Rio Quarazza, e si continua a salire con moderata pendenza lungo il fianco della valle.
Lasciato alle spalle l'Alpeggio La Piana, nelle cui vicinanze c'è una grossa croce in legno, il sentiero incomincia a salire molto più decisamente con numerosi tornantini in mezzo ad un’alta vegetazione sul versante destro orografico ed è questo l'unico tratto in cui si fatica un po' con la bicicletta al fianco. Più in alto il sentiero-mulattiera, in ambiente più aperto, diventa però di nuovo molto più agevole e con un lungo mezzacosta arriva sopra al Bivacco Lanti (m 2150). Adesso la mulattiera è davvero larga: tutta lastricata e con regolari e ampi tornanti continua a salire verso l'alto. Più in alto ancora si entra in una zona più rocciosa e desolata: i tornanti (tantissimi) sono sempre più stretti, e spesso sorretti da muri in pietra. Questa mulattiera costruita dal Genio Militare Alpino sul finire degli anni '20 è un'opera titanica che merita tutto il nostro rispetto. Alla fine si raggiunge Il Colle del Turlo che è uno stretto intaglio roccioso che si affaccia da una parte sulla Valle Quarazza-Anzasca (
foto 12) e dall'altra parte sulla Val Sesia. Era un colle in passato frequentato dai mercanti e anche dai briganti e fu per questo motivo per un certo periodo presidiato ed addirittura ostruito per rendere difficile il passaggio. Fortunatamente la mulattiera sul versante opposto sembra ciclabile almeno in discesa, anche se i tanti detriti che occupano la sede il più delle volte obbligano a un preciso gioco d'equilibrio sui lunghi cordoli” lastricati (foto 13). Si scende cercando di stare in sella il più possibile. Più in basso si passa nelle vicinanze di alcuni alpeggi (foto 14), poi la mulattiera entra nella pineta e in alcuni tratti per asperità e ostacoli naturali bisogna scendere dalla bicicletta. Poco prima del bivio per il Rifugio Pastore la mulattiera diventa un larga strada lastricata. Abbiamo deciso dopo 2 giorni di pernottamenti in quota nei rifugi di scendere ad Alagna e affittare una camera in centro per avere l'opportunità di darci una bella ripulita di cui cominciavamo a sentire la necessità.


TAPPA 4
: ALAGNA – P.SO SALATI - STAFFAL - P.SO DI BETTAFORCA - S. JACQUES – RIF. TOURNALIN

Ad Alagna, non ci siamo fatti mancare niente, a partire dalla pensione scelta, all’ottima cena in un ristorante del centro e l'abbondante e varia colazione del giorno dopo. Purtroppo invece la giornata meteorologica di oggi sembra un po' uggiosa: siamo immersi in nebbiose nuvole motivo per cui non ci importa più di tanto di ricorrere agli impianti per il passo dei Salati.
Alla biglietteria ti chiedono quante discese vuoi fare o se vuoi fare l'abbonamento e quando spieghi che desideri solo salire per scendere dall'altra parte ti senti rispondere che è vietato! Allora cominci a capire che le montagne non sono più di tutti e che nei comprensori sciistici solo dove puoi salire in funivia con la bici poi puoi anche scendere! In ogni caso dal passo dei Salati in giù verso il Gabiet nessuno ti fermerà o farà delle osservazioni, salvo penso solo nel caso di lavori in corso di una certa entità o pericolosità!
La nuova funivia per il Passo dei Salati, in particolare il secondo troncone ha elevata capacità e automazione, e bisogna stare attenti a non passare nei girelli di accesso con la bicicletta, come ha fatto uno di noi, per non rimanere incastrati con la medesima e bloccare tutto!
Nella risalita, pochi metri sotto il colle, sbuchiamo improvvisamente sopra un mare di nubi e la giornata si rivela di nuovo splendida. La discesa dal Passo dei Salati al Gabiet-Staffal lungo stradine di servizio o per piste da sci non ha storia (
foto 15): qualcuno la trova anche monotona, purtroppo con gli impianti e le piste da sci sono spariti gli antichi sentieri, comunque anche se qui l'ambiente non è più quello di una volta il panorama è sempre molto esteso e interessante sul Rosa (foto 16) e su tante altre montagne della Val d'Aosta. Raggiunta Staffal non conviene neppure prendere il primo troncone per il Bettaforca visto il breve dislivello che copre e che sul secondo troncone da S. Anna non portano su le bici! La seconda parte per le pendenze si riesce a far poco in sella alla bicicletta ma essendo abbastanza diretta richiede poco più di un'ora (foto 17). Dal Passo di Bettaforca, oltre al panorama si ha la veduta sul percorso da seguire in discesa e di quello che sarà in risalita sul versante opposto della Valle per raggiungere il Rif. Tournalin (foto 18).
Si può scendere seguendo la tranquilla stradina, oppure per un più divertente sentiero che segue la dorsale sotto una seggiovia più sulla dx. Più in basso tenendo sempre la destra si arriva al Rifugio Ferraro e Guide di Frachey (
foto 19).
Dai Rifugi per scendere sotto, l'itinerario più agevole è quello di tornare indietro per un tratto e continuare a scendere per stradine o piste fino a Champoluc. A noi è stato consigliato il sentiero che dai rifugi continua in leggera salita verso destra entra nella pineta e porta verso il Pian di Verra. Non è nuovamente molto ciclabile almeno per le nostre capacità, poi una volta incrociata la strada del Pian di Verra, non ci sono più problemi.
Si scende velocemente per questa stradina fino ad un incontrare con le prime abitazione anche il ponte sul Verra che permette di iniziare la risalita sul versante opposto per una pista silvo pastorale chiusa al traffico non autorizzato che senza forti pendenze (
foto 20), salvo nell’ultimo km, raggiunge ll Rifugio del Gran Tournalin poco sopra l'omonimo alpeggio.


TAPPA 5
: RIF. G. TOURNALIN - COL DI NANA - CHENEY – MAD.NA DELLA SALETTA - CERVINIA

La prima parte dell'itinerario è ben visibile dal rifugio: si scende fino al primo tornante e subito dopo l'alpeggio si trova il sentiero che sale con un largo semicerchio verso il colle, superando nella parte alta una breve barriera rocciosa ora facilitata dalla posa di alcuni larghi gradini di pietra. Dal colle in sella alla bicicletta si scende fino a costeggiare un piccolo lago oltre il quale una breve risalita non ciclabile nella parte finale per la pendenza, porta al colle delle Fontanette da dove si gode nuovamente la vista del Cervino, e in primo piano su tutto il gruppo Roisette-Tournalin. Una lunga discesa, a tratti non ciclabili per il sentiero non troppo buono porta verso la conca di Cheneil. Si raggiunge il grazioso abitato dopo aver attraversato nell'ultima parte una bella foresta. Da Cheney si passa in mezzo alle case (foto 21), e attraversato sopra un ponte il Cheney si punta a una ripida rampa sterrata sopra la quale c'è una chiesetta, dopo con due ripidissimi tornanti in discesa si giunge al parcheggio dove arriva e termina la strada asfaltata dal fondo valle. Si segue la stradina in discesa continuando a perdere quota fin verso i 1750 m dove si stacca sulla dx in salita una ripida strada inizialmente asfaltata che sale con alcuni tornanti e rampe dalla forte pendenza a fondo naturale verso Madonna della Saletta! Dopo la Chiesetta, più avanti si tralascia un primo bivio per il colle Roisetta e si continua fino a quello di Cime Bianche Inf. e arrivo dell'ovovia (foto 22).
(Da Cheney consiglierei di prendere in considerazione la variante per il sentiero balcone: si mantiene alta senza perdere dislivello e si ricongiunge a questo itinerario sopra Madonna della Saletta; ciclabilità solo al 50% ma sicuramente più panoramica, non si perde dislivello e si impiega più o meno lo stesso tempo! - Info e dati: Pierricardone).
Al bivio dell’ovovia (c'è c’è anche un bar) si prende la traccia inizialmente erbosa che parte sulla dx della medesima e si seguono le indicazione del sentiero 107, che dopo una discesa verso un gruppo di baite, prima di raggiungerle risale a dx, con un breve tratto non ciclabile per superare una dorsale, attraversa una zona prativa molto umida e si ricollega a una pista pastorale, che serve alcuni alpeggi. Si continua per questa pista con un percorso dominato sempre dalla grande vista del Cervino (
foto 23) ed ai bivi che si incontrano si seguono ora sempre le indicazioni per il n°18. Si arriva così alla vecchia “decouville” e seguendo il suo percorso (foto 24) fino al suo termine ci si ricongiunge alla pista che sale da Cervinia verso il Lago Goillet e Cime Bianche Sup. fatta il primo giorno!
Con molta emozione qui si chiude l'anello, rimane solo una ripida discesa che ci ricorda la fatica e gli sforzi fatti in salita il primo giorno, per cercare di rimanere in sella il più possibile, e si rientra a Cervinia!

 

 

TABELLA RIEPILOGATIVA GIRO DEL MONTE ROSA

DESCRIZIONE:

Q./P

Q./A

DISL.+

DISL.-

KM.

H.

CICL

DIFF,

Cervinia - Lago Goillet

2015

2535

520

-

3,60

1,30

70-100%

BC/OC

L. Goillet - Interm. Fun. C. Bianche

2535

2820

285

-

2,10

0,35

70-100%

BC/OC

Funivia C. Bianche - Capp. Bontandini

2820

3040

220

-

2,60

0,55

90%

BC+/E

Capp. Bontandini – Rifugio Teodulo

3040

3320

280

-

1,60

0,45

0

E

TOTALE TAPPA 1:     1305

-

9,90

3,45

 

OC-

Rifugio Teodulo - Trockner Steg.

3320

2940

 

-380

3,30

0,30

100%

BC/EA

Trockner Steg - Arrivo Stazione Furr

2939

2330

 

-610

3,20

0,45

85%

BC+

Arrivo Fur r- Zermatt

2330

1630

 

-700

5,80

0,40

95%

BC/MC

Zermatt - Stadal/Bivio V.le di Saas Fee

1630

890

50

-790

27,10

1,10

100%

TC
Bivio  -Sass Almagell

890

1680

790

 

16,10

1,55

100%

TC
Sass Almagell - Diga lago Mattmark

1680

2200

520

 

7,20

1,10

100%

TC+

Diga lago Mattmark - Bivio sentiero

2200

2230

30

 

2,50

0,15

100%

TC+

Bivio sent. - Passo Moro - Rif. Oberto

2230

2785

555

-80

3,30

1,35

0

EE

TOTALE TAPPA 2:     1945

-2560

68.50

8,00

 

BC/EE

Rifugio Oberto - Part..funivia - Alpe Bill

2785

1730

 

-1055

0,15

2,60

0,10

0,10

 

funivia

Alpe Bill - Macugnaga - Borca

1730

1195

-535

4,65

1,00

15%

100%

OCA/CT

Borca  - Lago delle Fate - Miniere d’oro

1195

1375

180  

3,00

0,40

100%

BC+/MC

Miniere - Passo del Turlo

1375

2738

1365   6,70

4,30

5%

E

Passo del Turlo - Bivio Rif. Pastore

2738

1650

  -1090

5,60

1,20

85%

BC+/OC

Bivio Rif.Pastore - Alagna Val Sesia

1650

1195

  -455

4,70

0,20

100%

BC/CT

TOTALE TAPPA 3: 1545 -1055

-2080

2,60

24,80

0,10

8,00

BC+/E

Alagna - Staz. Passo dei Salati

1195

2935

1740  

6,05

0,20

 

funivia

Passo Salati - Lago Gabiet - Staffal

2935

1830

  -1105

8,20

0,45

100%

MC

Staffal - St. S. Anna – Colle di Bettaforca 1830 2610

320

430

  3,40

2,80

0,35

1,10

30% MC

OC/E

Colle di Bettaforca - Rif. Ferraro/Frachey

2620

2080

 

-560

4,00

0,45

100%

MC

Rif. Ferraro - Biv. P. Verra - Biv. G. Tournalin

2080

2040

1750

30

-360

1,20

1,60

0,20

0,15

30%

100%

OC

MC

Bivio - Rifugio Gran Tournalin

1750

2600

850

  9,00 1,40

100%

MC+

TOTALE TAPPA 4:    

2060

1310

-2025

6,05

30,20

0,20

5,30

 

MC+/E

OC-/E

Rif. G. Torurnalin - Cle Nana - C.le Fontanette

2600

2700

240

-115

3,00

1,10

25%

E/BC

C.le Fontanette - Cheneil

2700

2090

 

-610

3,00

0,45

85%

BC+

Cheneil - Bivio per Madonna Saletta

2090

1750

30

-370

4,40

0,25

100%

MC
VARIANTE ALTA: Cheneil - Mad. Saletta

Dati e info: Pierriccardo

2090

2200

300

-100

4,00

1,30

50%

BC
Bivio - Madonna della Saletta - Arrivo funivia

1750

2280

530

 

4,90

1,10

100%

BC+

Arrivo funivia - Biv. Cime Bianche - Cervinia

2285

2015

150

-300

10,00

1,30

100%

BC
TOTALE TAPPA 5:    

950

-1405

25,30

5,00

 

BC

TOTALE GIRO DEL ROSA:     2060

7055

-1055

-8070

9,65

158,70

0,30

29,35

 

OC-/E

I dati inseriti nella tabella sono stati ricavati quasi tutti dai dati GPS, registrati durante il giro; i tempi sono quelli effettivi, soste e pause escluse; i dati in viola si riferiscono a quando abbiamo utilizzato impianti di salita o discesa. Per la classificazione delle difficoltà: TC = Facile, MC = medi ciclisti, BC = buoni ciclisti, OC = ottimi ciclisti. Quando non è pedalabile è abbinata una difficoltà escursionistica: E (facile con bici al fianco), EE (richiede il trasporto a spalle), EA = facile ma richiede la capacità di sapersi muovere in un ambiente alpino di alta montagna.

 

 

Indice percorsi

 

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Ultimo aggiornamento: 10 ottobre 2007